Un render del masterplan: il parco nell’area post Expo (Omnimilano)

Lendlease, il colosso australiano vincitore della gara per costruire sull’area che ha ospitato Expo 2015 e occuparsi per 99 anni del relativo business, è pronta a cofinanziare la realizzazione del campus scientifico della Statale (in cambio di un canone di affitto per aule e laboratori). La proposta arriverà, salvo sorprese, a ore sul tavolo del rettore Gianluca Vago. La notizia trapela dai piani alti di Lendlease il giorno dopo la sentenza del Tar. Una decisione importante che ratifica la regolarità della gara di appalto che la vede vincitrice. Così, caduta nel vuoto la richiesta dei secondi classificati, Vitali-Stam Europe, di annullare il concorso per presunte irregolarità, il colosso australiano è deciso a fare una mossa strategica per assicurarsi sull’area di Rho-Pero la presenza dell’Università Statale e dei suoi 18 mila prof, ricercatori e studenti. Già sicura la realizzazione del centro di ricerche Human Technopole (assicurato dal governo Renzi con un finanziamento in dieci anni di 1,5 miliardi di euro) e la costruzione del nuovo ospedale Galeazzi della famiglia Rotelli.

Il villaggio della ricerca

Ma resta in gioco, come raccontato più volte dal Corriere, la realizzazione di un campus universitario avveniristico che potrà estendersi su oltre 180 mila metri quadrati lordi all’incrocio del Decumano e del Cardo verso Roserio (di fianco a Padiglione Italia e all’Albero della Vita), immerso in un parco verde, con impianti sportivi e residenze per studenti, ricercatori e visiting professor. Sull’area Expo sono destinate a trasferirsi le facoltà scientifiche dell’ateneo che oggi si trovano in Città Studi. Un progetto che trova detrattori sia all’interno dell’ateneo sia tra gli abitanti che temono uno spopolamento del quartiere. Ma il rettore Gianluca Vago è convinto da sempre che il trasloco sia un’opportunità irripetibile: oggi laboratori e aule sono dispersi su 250 mila metri quadrati lordi tra piazza Leonardo, via Celoria, via Golgi, via Saldini, fino a singoli edifici sparpagliati ovunque (uno in viale Ortles). «Il nuovo campus è pensato per aggregare le attività e razionalizzare gli spazi», il ritornello ripetuto da mesi. I piani della Statale però per decollare devono essere sostenibili economicamente. La costruzione del campus vale tra i 350 e i 380 milioni di euro: 135 li mette il governo tramite il Patto per la Lombardia, gli altri sono da trovare.

Il finanziamento

Dopo l’ipotesi di fare un mutuo, indebitarsi con le banche e vendere gli attuali immobili, nelle scorse settimane è spuntata l’ipotesi di utilizzare il project financing, lo strumento che consente di fare costruire l’opera a spese di un’impresa privata che mette almeno il 50 per cento dei soldi necessari per poi rientrare dall’investimento tramite la gestione della stessa. In questo contesto si inserisce l’offerta di Lendlease che proponendosi alla Statale per realizzare il progetto, in realtà può spianare la strada al trasloco, senza il quale tutta la riqualificazione dell’area Expo rischia di svuotarsi. Con la garanzia di un’immediata fattibilità dell’opera, senza nessun indebitamento (o quasi) né la vendita in massa degli immobili, il trasferimento da Città Studi appare a una svolta anche se grazie a capitali privati. Una possibilità che non mancherà comunque di fare discutere. L’ultima parola spetta agli organi accademici, Cda e Senato, che si riuniranno nella prima settimana di marzo.

Il quadro economico

In sintesi: il campus della Statale potrebbe essere costruito da Lendlease, alla quale l’ateneo si impegna a versare un canone per un numero determinato di anni in modo da farla rientrare della spesa e consentirle ovviamente un margine di guadagno (altrimenti nessuno lo farebbe). I soldi per il pagamento dell’affitto (verosimilmente tra i sei e gli otto milioni di euro l’anno) potrebbero essere trovati con il taglio alle spese di elettricità e pulizie che si ottiene con l’accentramento degli edifici oggi sparsi per Città Studi. Per Arexpo, la società a partecipazione pubblica proprietaria dei terreni, il trasloco della Statale metterebbe al sicuro tutto il progetto di rilancio del sito. Un’operazione che muove oltre 4 miliardi di euro. Intorno alle opere pubbliche è prevista nel giro di dieci anni la realizzazione di centri di ricerche di multinazionali farmaceutiche e biotecnologiche. Al momento le manifestazioni di interesse sono una sessantina.

Fonte: Corriere